DINVETARE RICCHI DAL NULLA: IL SOGNO INFRANTO DI PONZI
Ci sono parecchi punti oscuri nella biografia di Carlo Ponzi su come diventare ricchi, e lo stesso Ponzi ha contribuito a questa confusione. È noto che il futuro truffatore è nato nel 1882 in Italia, ha lavorato all’ufficio postale, quindi è entrato all’università. Lo studio interessava poco a Carlo. Faceva spesso baldoria con gli amici “mangiava” rapidamente i già piccoli risparmi, e dopo essere stato espulso dall’università, il giovane decise di andare in America.
Nel 1907 Ponzi si trasferì a Montral, dove divenne assistente cassiere presso una banca, Luigi Zarossi. Gli affari della banca esteriormente andavano bene, ma in realtà Zarossi non fece affari molto puliti, a causa dei quali dovette fuggire in Messico.
Ponzi sapeva cosa stava succedendo in banca e dopo la fuga di Zarossi, per un periodo di tempo visse nella sua casa ed aiutò la famiglia del banchiere evaso. Ma un giorno è stato sorpreso ad incassare un assegno falso, per il quale ha ricevuto tre anni in una prigione del Quebec.
Nel 1911 viene nuovamente imprigionato, questa volta ad Atlanta, per aver partecipato al trasporto illegale di immigrati italiani.
Secondo lo stesso Ponzi, arrivò in America nel 1903 con due dollari in tasca, ma non si sarebbe disperato.
LA LIBERAZIONE DI PONZI E L’IDEA DELLO SCHEMA PER DIVENTARE RICCHI
Liberato, Ponzi torna a Boston, dove sposa Rose Gnekko.
A Ponzi presto viene l’idea di fare pubblicità nei principali annuari aziendali per la spedizione alle imprese, ma non riesce ad arricchirsi con essa.
Un giorno ricevette una lettera con un buono di ritorno internazionale. Di cosa si tratta e con cosa si mangia, Ponzi non ne aveva idea, ma dopo aver fatto accertamenti si è accorto che c’era un punto debole nel sistema su cui si poteva guadagnare bene.
Il sistema di circolazione e scambio di buoni a rendere per francobolli ha permesso di guadagnare con l’arbitrato, un’attività non del tutto legittima, la cui essenza era comprare a basso prezzo e vendere a caro prezzo.
Avendo sviluppato il suo sistema di cambio coupon, Ponzi, prima di tutto, ha attirato i suoi amici nel business, promettendo loro un dividendo del 50% in 45 giorni. I primi investitori hanno ricevuto davvero i soldi promessi, hanno iniziato a parlare della società Ponzi per diventare ricchi, gli investimenti scorrevano come un fiume.
Nel febbraio 1920 il giro d’affari ammontava a cinquemila dollari, una cifra favolosa per quei tempi. A marzo, l’importo è aumentato a 30 mila. Coloro che hanno investito denaro nell’impresa Ponzi hanno ricevuto un interesse impressionante, attirando così nuovi e nuovi investitori.
Ponzi decide così di mettere la sua crescente fortuna in depositi presso la Hanover Trust Bank, con la speranza di prendere un giorno la banca sotto il suo pieno controllo, cosa che in seguito ottenne.
A prima vista, lo “schema Ponzi” prometteva benefici colossali per diventare ricchi ed anche in fretta, ma ad un esame più attento era chiaro che gli investitori ricevevano dividendi dall’afflusso di nuovi investitori.
Tutto stava andando alla grande, ma l’imminente rovina di Ponzi si profilava già all’orizzonte.
La causa del mobiliere contro Ponzi si è conclusa con la vittoria del truffatore italiano, ma questo processo ha dato impulso alla discussione sulle sue pratiche.
Il pubblico iniziò a chiedersi come Ponzi avesse trasformato se stesso un povero impiegato in un milionario così rapidamente. Le voci si sono diffuse nella società Ponzi, gli investitori hanno iniziato a chiedere indietro i soldi.
Ponzi è stato costretto a pagare loro somme dignitose, dopodiché la situazione si è stabilizzata per un po’. Le cose hanno ripreso a decollare, soprattutto dopo che il Boston Post ha pubblicato un articolo elogiativo sulla Ponzi Company.
Tuttavia, uno dei redattori del giornale era sospettoso del successo di Ponzi, quindi decise di condurre la propria indagine oltre ed i federali stavano già osservando Ponzi da tempo. Non si poteva evitare di incontrare persone provenienti da organi di ispezione ma Ponzi riuscì a calmare la loro vigilanza promettendo di sospendere l’accettazione di depositi in attesa di un’indagine ufficiale.
Questo passaggio ha aiutato il truffatore ad evitare di controllare l’ufficio contabilità ed a deviare temporaneamente i sospetti da se stesso.
Il tempo si esauriva inesorabilmente.
Per analizzare e ricercare lo “schema Ponzi”, il quotidiano Post ha assunto l’analista finanziario Clarence Barron, che ha notato che con dividendi fantastici, lo stesso Ponzi non ha investito denaro nella sua “piramide”. Barron calcolò che per coprire l’investimento in Ponzi sarebbero stati necessari 160.000.000 di buoni di affrancatura, quando in realtà ne erano in circolazione solo 27.000.
Le indagini di Barron hanno suscitato grave panico tra gli investitori di Ponzi. L’imprenditore italiano dovette pagare circa 2 milioni di dollari ai depositanti arrabbiati.
Ponzi ha costruito un sistema che prima o poi sarebbe crollato, si è immerso nel lusso, ma allo stesso tempo è sprofondato sempre più nell’abisso del debito.
Da un punto di vista criminale, il modo migliore per uscire da questa situazione sarebbe stato fuggire in un luogo sicuro, lontano dalle autorità americane. Invece Ponzi è rimasto dov’era ed ha continuato a pagare i soldi. Dobbiamo rendere omaggio a Ponzi, ha cercato fino alla fine di comportarsi nel modo più onesto possibile. A volte nella sua testa nascevano idee molto originali. Quindi Ponzi progettò di acquisire una nave da guerra e di convertirla in un centro commerciale galleggiante, che sarebbe servito a sviluppare il patriottismo ed il commercio.
L’agente pubblicitario assunto da Ponzi, James McMasters, era alquanto sospettoso degli interminabili discorsi di Ponzi sui guadagni di ritorno, ed era allarmato dalle indagini in corso contro il capo e l’azienda.
Alla fine contattò il Post e presto sul giornale apparve un articolo con un titolo che dichiarava Ponzi irrimediabilmente insolvente. Una settimana dopo, gli agenti federali hanno verificato la società e l’hanno chiusa. Non è stato trovato un gran numero di buoni di affrancatura, dopo di che ha chiuso anche la Hanover Trust Bank.
ERA DIVENTATO RICCO ANZI MIGLIARDARIO MA IL SOGNO DI PONZI SVANISCE
L’arresto di Ponzi.
Il Post continua a pubblicare articoli incriminanti, viene alla luce il passato carcerario, il 13 agosto viene arrestato Ponzi. Sorprendentemente, un numero enorme di persone rimase estremamente indignato per l’arresto di Ponzi. Molti si rifiutarono di credere all’inganno e continuarono a considerare Carlo Ponzi come un benefattore ed eroe.
Nel novembre 1920, Ponzi fu condannato a cinque anni di carcere con l’accusa di frode postale, tre anni e mezzo dopo fu rilasciato, ma fu nuovamente accusato dalle autorità statali e condannato a nove anni.
Tuttavia, Ponzi riuscì a fuggire, dopo di che si nascose in Florida, poi in Texas, ma alla fine fu catturato di nuovo e rimandato in Massachusetts per scontare una pena detentiva.
Nel 1934 Ponzi fu liberato e deportato in Italia. Il giorno della sua liberazione, una folla inferocita lo accolse al cancello ed il loro sogno di diventare ricchi era infranto per sempre.
In Italia, Ponzi ha cercato di escogitare nuovi schemi di profitto, ma senza molto successo. Ponzi trascorse gli ultimi anni della sua vita in povertà, nel 1948 ebbe un ictus e il 18 agosto 1949 morì in un ospedale di beneficenza a Rio de Janeiro.
Nella sua ultima intervista, ha paragonato le sue attività a Boston al “miglior spettacolo su questa terra da quando i pellegrini vi sono atterrati”.