Proponiamo una rivisitazione storico esponendo opinioni personali e di altri autori del revisionismo storico.
COSA DEVE IN TENDERSI PER REVISIONISMO STORICO AD ESEMPIO IN MERITO ALL’OLOCAUSTO.
Nello studio della storia e nella sua revisione o rivisitazione si cerca di vedere il fatto acriticamente tratto dal dato testuale alla luce di nuove fonti che possono essere ritenute più o meno attendibili.
Il tema dell’Olocausto, in particolare, ha veduto insorgere numerose teorie la maggior parte delle quali ha una natura complottistica.
Tutte le teorie che riguardano la storia hanno un valore e vanno attentamente esaminate ma la loro conoscenza non può distorcere il dato storico accertato.
Per quando concerne l’Olocausto la negazione di tale evento non è una rivisitazione m una menzogna.
Sia chiaro, pertanto, che rivisitare la storia è un processo complicato che non significa negare la storia.
Altrimenti entriamo nel campo della anti-storia e della negazione dei fatti strutturalmente portanti.
Per quanto concerne l’olocausto sin dalla seconda guerra mondiale vari gruppi estremisti, spesso neonazisti, hanno cercato di negare i crimini dei nazisti.
In particolare il tentativo di sterminare il popolo ebraico. Condanniamo questi sforzi prevenuti e l’odio razziale che inciterebbero.
Inizio della analisi errata di revisione con l’Olocausto
Negli anni ’70, i sostenitori della negazione dell’Olocausto iniziarono a camuffare il loro messaggio di odio e antisemitismo.
Usarono una patina di terminologia accademica al fine di riconquistare la rispettabilità.
Piuttosto che affermare le loro convinzioni in modo diretto con una seria rivisitazione storica, iniziarono a chiamarsi “revisionisti storici”.
La finzione di essere interessati a sfidare e “rivedere” le concezioni comuni del periodo come revisionisti dell’Olocausto.
In questa forma di revisionismo sull’olocausto, la negazione dei mali perpetrati dal nazismo contro così tanti popoli e gruppi in Europa ha cercato di riabilitare l’immagine del nazionalsocialismo o nazismo.
In una certa misura sono riusciti a far prendere in considerazione le loro opinioni in ignari simposi accademici che hanno assorbito le loro pretese di integrità accademica nel revisionismo storico come un valore nominale.
Sempre più bloccati dalla ribalta accademica con la diffusione della parola, i negazionisti dell’Olocausto hanno adottato una nuova tattica, inserendo annunci sui giornali dei college per esempio.
RIANALIZZARE LA STORIA NON SIGNIFICA NEGARE I FATTI DOCUMENTATI
Nascondendo ancora una volta il loro vero intento sotto forme più rispettabili, come i cosiddetti comitati per il “dibattito aperto” sull’Olocausto.
Gli annunci non richiesti negano indecorosamente la realtà delle camere a gas e del genocidio nazista.
I negazionisti sostengono quindi che il Primo Emendamento dovrebbe essere letto per spingere le pubblicazioni universitarie a pubblicare qualsiasi materiale decidano di fornire.
Questa è una perversione del Primo Emendamento della Costituzione USA a nostro modo di vedere.
Tutte le istituzioni educative e le loro pubblicazioni, ufficiali o sponsorizzate dagli studenti, dovrebbero rifiutare incondizionatamente qualsiasi tentativo di negare le orribili realtà dell’Olocausto.
Diversamente, si nega la stessa essenza della storia e del revisionismo in quando entriamo nel campo delle teorie del complotto.
La negazione di ciò che è provato dalla storia, del punto storico, danneggia irrimediabilmente il concetto stesso di revisionismo e di studio delle nuove fonti.