Durante il fascismo gli obiettivi di controllo sociale venivano raggiunti censurando le informazioni non gradite al regime. Tutti i giornali dovevano essere visionati prima di uscire in edicola. La censura non bastava e quindi doveva essere affiancata dalla repressione del dissenso, ricorrendo anche all’uso della forza se necessario. Gli arresti, i pestaggi, l’olio di ricino, il confino sono soltanto alcuni esempi di controllo sociale basato sulla violenza.
Questi erano due importanti strumenti di controllo sociale, ma non erano gli unici.
Il terzo strumento di controllo sociale: la propaganda
Il fascismo utilizzava anche un terzo strumento di controllo sociale, non meno importante degli altri due. Attraverso una capillare azione di propaganda, il regime era in grado di favorire l’isolamento sociale di coloro che avevano idee diverse o disallineate rispetto a quelle veicolate dall’ideologia. In sostanza, gli oppositori venivano isolati dal tessuto sociale in cui essi vivevano, talvolta venivano denunciati dai loro stessi amici e famigliari.
Per ottenere questo tipo di controllo sociale era fondamentale la figura di Benito Mussolini ed il potere ipnotico che esercitava sulle masse. Il Duce era indubbiamente un grande oratore, un comunicatore che sapeva come parlare alle masse. E questa dote era in parte naturale e in parte acquisita in quanto frutto di studio ed esercizio. Mussolini studiava nei dettagli ogni parola, ogni pausa, ogni espressione del volto e del corpo, si immaginava davanti alla folla, si immedesimava nella sua parte.
Nel suo comodino c’era una copia del fondamentale libro “La psicologia delle folle” di Gustave Le Bon. Mussolini aveva una forte capacità di ipnotizzare e influenzare le masse, entusiasmarle e plasmarne il consenso intorno alle sue idee. La propaganda fascista faceva il resto, sosteneva la figura del Duce e contribuiva in modo determinante a divinizzare la sua figura. Alla sua persona erano associati gli antichi splendori della civiltà romana, il destino imperiale dell’Italia, il bene della nazione e del popolo italiano.
Chiunque osasse criticare il Duce in pubblico, talvolta anche in privato, commetteva un atto infame e veniva socialmente isolato.
La propaganda si avvaleva di parole chiave fondamentali, tra cui la patria, l‘impero, Roma caput mundi. La patria era la parola magica, su cui l’apparato fascista aveva investito tempo, denaro ed energie. Chi osava parlare male della patria rischiava il linciaggio. La filmografia fascista è piena di immagini che contribuiscono alla creazione di questi totem il cui scopo reale era quello di instaurare un efficace sistema di autocontrollo e autocensura sociale.
Il controllo sociale delle moderne dittature
Le moderne dittature, travestite da democrazie, non possono applicare tutti questi sistemi allo stesso modo e in egual misura. La violenza fisica ad esempio non è ammessa, se non in rari casi ed in modo molto coperto, avvalendosi ad esempio dei servizi segreti. Alla violenza fisica si preferisce la violenza morale. Gli oppositori o i non allineati vengono eliminati dalla Magistratura. Basta una denuncia, un fascicolo aperto per decine di anni, una indagine infinita, insistenti voci di corridoio. Il sistema dell’informazione è in grado di troncare chiunque cerchi di sbarrare la strada al regime.
Il fascismo aveva bisogno di un corpo paramilitare e dell’olio di ricino per imporsi. Le moderne dittature si avvalgono della Magistratura e del sistema dell’informazione.
I risultati sono molto migliori, visto che le masse non percepiscono un comportamento violento, pur essendo il sistema in sé estremamente violento e antidemocratico.
La censura non è contemplata, esiste ancora, ma non è strutturata come quella fascista. In sostanza, non ci sono i censori che leggono i giornali e tolgono gli articoli scomodi. Ed è questa la grande forza del regime. Sono gli stessi giornalisti che evitano gli argomenti scomodi e scrivono soltanto quelli accondiscendenti e in linea con il dettame del potere. Sanno che l’alternativa è rinunciare alla carriera e cambiare mestiere.
Il terzo strumento del controllo sociale, vale a dire la propaganda, assume oggi un’importanza fondamentale, pari a quella del fascismo, ma elevata all’ennesima potenza. E’ soprattutto sulla propaganda che si regge lo straordinario potere esercitato dalla finanza predatoria.
Non esiste il culto della personalità, ma la propaganda si incentra su interi sistemi di valori e parole chiave. L’imposizione di una cultura funzionale al regime, basata su egocentrismo, libertà individuali, denaro, disimpegno sociale.
Citiamo alcune delle fondamentali parole chiave imposte dal regime e che ci permettono di comprendere i cardini della propaganda:
- Hitler, come origine del male assoluto e demone.
- Fascista, come accusa di antidemocratico e panacea di tutti i mali.
- Razzista, con le varianti di antisemita e omofobo, come simbolo di egoismo e ignoranza.
- Shoah, come simbolo del martirio del popolo ebraico e nuova religione mondiale.
- Auschwitz, come luogo di culto.
Chiunque osi criticare il regime, viene subito etichettato come fascista e razzista. I nemici del sistema sono equiparati a Hitler. Chiunque si opponga alla invasione di migranti voluta e organizzata dal regime è un razzista. La shoah è il simbolo del martirio del popolo ebraico, una colpa da espiare, un debito verso il popolo eletto. Chiunque osi mettere in dubbio la shoah è un negazionista antisemita, degno di essere insultato ed emarginato, nonché sottoposto a processo penale. Auschwitz è il luogo di culto in cui si è materializzato il male.
Tutti i giovani studenti, politici, uomini di cultura devono visitare Auschwitz.
Il vero male è la finanza predatoria
La finanza predatoria è il vero male che affligge l’umanità. Coloro che la controllano e tirano i fili sono uomini rapaci e senza scrupoli, piano piano stanno distruggendo il mondo, costringendo intere popolazioni a vivere nell’indigenza e nella miseria.
Hollywood, l’informazione e i mezzi di controllo di massa sono strumenti del potere che nascondono l’origine del male.
Non c’è nella storia dell’umanità peggior genocidio di quello causato dal potere della finanza. Ogni anno provoca la morte di milioni di esseri umani, costringe alla miseria un intero continente, predato di ogni risorsa, non ha scrupoli, non si commuove, non si ferma davanti a nulla.
Ma questo non lo dobbiamo sapere e di questo non dobbiamo parlare. E continuiamo a piangere giustamente inorriditi ad Auschwitz ed a commuoverci davanti al dio della shoah. E non davanti alle disgrazie che stanno devastando il mondo.