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La Santa Inquisizione: Giordano Bruno “BRUCIARE NON SIGNIFICA CONFUTARE”

La Santa Inquisizione ha combattuto per le menti e la vera fede dei cattolici, proteggendoli con zelo dalla letteratura discutibile al trono. La censura più severa è stata introdotta sui prodotti stampati. Furono bandite le opere di Keplero, Savonarola, Rabelais, Pierre Abelard, Thomas More, Ovidio e molti altri scrittori e personaggi pubblici di epoche diverse. L’Inquisizione ha perseguitato non solo gli scrittori, ma anche coloro che hanno letto e conservato le loro opere. Coloro che sono stati notati in questi casi dovevano essere processati, torturati e giustiziati.

Il lavoro del famoso astronomo Niccolò Copernico sul sistema eliocentrico fu bandito dall’Inquisizione 73 anni dopo la sua creazione. Per aderire alle idee di Copernico e alle sue opinioni “eretiche”, il filosofo italiano Giordano Bruno andò al rogo per mano della Santa Inquisizione. Bruno ha criticato la chiesa e ha visto la religione come la principale fonte di conflitti e guerre. L’Inquisizione aprì una vera e propria caccia a Bruno, fu ingannato in Italia, dove cadde nelle grinfie degli inquisitori. Né la tortura né la persuasione costrinsero Giordano a rinunciare alle sue opinioni, e poi, nella piazza romana dal bel nome Piazza dei Fiori, Bruno fu messo al rogo. “Bruciare non significa confutare!” – disse infine Bruno ai suoi carnefici. Molti scienziati e scrittori, come Galileo e Dante, furono perseguitati dall’Inquisizione. Fortunatamente, non dovettero pagare con la vita per le loro convinzioni.

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